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Tradizioni del matrimonio in Trentino-Alto Adige

Tradizioni del matrimonio in Trentino-Alto Adige

Scenari pittoreschi e antiche usanze riempiono le tradizioni del matrimonio in Trentino-Alto Adige.

Crocevia tra la cultura centro-europea e quella italiana, il Trentino è caratterizzato da uno scenario alpino tra i più belli d'Europa e da costumi e folklore che rendono la sua popolazione tra le più ospitali, interessanti e coinvolgenti del Bel paese. Tutti questi aspetti si riflettono, inevitabilmente, anche sulle tradizioni trentine per il matrimonio: l'influenza austriaca, i valori agricoli e montani e le suggestioni di una terra di rara bellezza sono fonte di numerose usanze diverse, che potrai scegliere di seguire per il tuo matrimonio.

Vista l'estrazione contadina e pastorizia della gran parte della popolazione autoctona, in passato era molto sentito il matrimonio contadino: durante la stagione di lavoro nei campi, infatti, non era possibile celebrare le nozze e, per questo motivo, erano preferiti i mesi invernali. Resta una traccia di questa usanza nell'espressione "pan e nus magnar di spus", che significa che il piatto principale per gli sposi è rappresentato da pane e noci: questi due prodotti, infatti, richiamano proprio l'inverno, periodo ideale per il matrimonio.
Proprio questo aspetto ha inciso molto sull'abbigliamento tipico, con preferenza per abiti pesanti con cui tenersi al caldo. Inoltre, era uso spostarsi tra i campi innevati con una slitta trainata da cavalli: ancora oggi, puoi decidere di arrivare al luogo della celebrazione su una romantica slitta, oppure lasciare in compagnia del partner lachiesa per dirigerti verso la location prescelta per il ricevimento.
A coronare il matrimonio trentino c'è anche l'usanza di cantare e ballare al ritmo di musica tradizionale durante il banchetto, solitamente composto da molte e abbondanti portate.

Ovviamente, oggi la costrizione stagionale che deriva dalla tradizione del matrimonio contadino viene ignorata dalla maggior parte delle persone: è preferito di gran lunga sposarsi nei mesi più caldi, dato che il clima della regione offre molte più opportunità di riuscita dell'evento nella bella stagione. Se, però, decidessi di voler celebrare il tuo matrimonio seguendo le tradizioni trentine, potrebbe essere davvero emozionante rievocare i costumi antichi, arrivare alle nozze in slitta o organizzare balli e canti tradizionali durante il ricevimento.
In particolare, le antiche usanze sono ancora vivide a Castelrotto, dove a gennaio gli abitanti rievocano i costumi del passato con un matrimonio collettivo che coinvolge 17 coppie e i rispettivi genitori, testimoni e amici: il corteo parte dal paese di San Valentin e arriva, appunto, nella piazza principale di Castelrotto. Il rito prevede che venti slitte trainate da cavalli si dirigano, ciascuna provenendo dalla dimora dei promessi sposi, verso la chiesetta di San Valentin. E' previsto anche un cerimoniale piuttosto articolato: una persona, vestita in grande pompa, dà il via alle celebrazioni con un colpo di pistola. La tradizione del banchetto nuziale prevede che a servire le portate siano donne vestite da contadine: anche i piatti sono quelli tipici, rimasti inalterati anche dopo molti secoli. Si tratta di un evento molto complesso, che coinvolge un'intera comunità e prevede l'allestimento a festa dell'intero paese.

Un costume che ancora oggi sopravvive è quello che coinvolge lo sposo: questi, infatti, non deve aspettare la sposa all'interno della chiesa o del municipio, ma all'ingresso dell'edificio, offrendole un bouquet di fiori.
Anche durante il banchetto puoi ospitare una rievocazione tradizionale: si tratta del ballo di buon auspicio. In sostanza, quando si aprono le danze durante il ricevimento, un amico della coppia deve ballare intorno alla sposa con delle bamboline in mano, mentre la donna deve cercare di afferrarle. Si dice che ogni tentativo a vuoto di prendere i pupazzi sia di buon auspicio per l'arrivo prossimo di un erede: così, meno bambole riesci ad afferrare, maggiori saranno i figli che nasceranno.

Un'altra tradizione legata al matrimonio è incentrata sul paese di Riscone: qui, infatti, potresti rallegrare gli invitati al matrimonio inscenando il rito del rapimento della sposa. Risale al medioevo la leggenda secondo cui i feudatari rapivano le nubendi in virtù dello "jus primae noctis", mentre al testimone della sposa era affidato il compito di salvarle pagando un riscatto al prepotente. Questa tradizione è inscenata ancora oggi: gli amici della coppia, verso la fine del ricevimento, prendono con sé la sposa e il testimone dovrà inseguirla per i bar del luogo, pagando regolarmente il conto che gli altri avranno aperto con le loro consumazioni. Se sei il testimone in questione, ovviamente, dovresti cercare di fare il prima possibile a raggiungere i "rapitori", per far sì che il conto da pagare sia meno salato!

A differenza che in molte altre parti d'Italia, la visita alla casa nuziale prima della cerimonia non prevede un rinfresco o altro tipo di ringraziamento da parte degli sposi. I tuoi amici e parenti, chiaramente, potranno venire a trovarti per portare doni, così come tu potrai andare a far loro visita per la consegna delle partecipazioni: ma, in entrambi i casi, non potrai offrire dolci e confetti, perché nella tradizione trentina è considerato di cattivo auspicio portare confetti e altri omaggi da parte della coppia, prima della celebrazione del matrimonio.

LeValentine

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