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Tradizioni del matrimonio nel Lazio

Tradizioni del matrimonio nel Lazio

La nostra rassegna delle principali tradizioni di matrimonio nel Lazio

Il Lazio è  senz'altro una delle regioni italiane con maggiore appeal per la celebrazione di un evento importante come il matrimonio, considerata la presenza di Roma. Questa città è meta di attrazione per turisti da tutto il mondo, comprese coppie di personaggi famosi in cerca di una scenografia sensazionale per celebrare le proprie nozze. Ma oltre a Roma, il Lazio è ricco di numerose località che permettono di celebrare matrimoni di stile, grazie alla presenza di ville, castelli e al paesaggio offerto dalla ridente campagna laziale.

Oltre al paesaggio, il Lazio è rinomato per le usanze legate al matrimonio. Anzi, molti degli attuali riti matrimoniali sono nati proprio nell'antica Roma e di qui sono diventato dei veri e propri standard per il matrimonio come lo conosciamo.
Nella società latina era molto forte l'idea del patriarcato: il pater familias comandava e disponeva ogni cosa, dagli affetti al patrimonio della famiglia. Ne derivava il suo necessario consenso perché un figlio o una figlia potessero procedere al matrimonio. Con quest'ultimo, la donna usciva definitivamente dall'orbita familiare di origine per entrare in quella del futuro sposo.
A celebrare questa unione, basata certo sull'affetto, ma anche consolidata da una forte componente economica e sociale, c'eral'espressione "Ubi tu Gaius, ego Gaia", che potrebbe tradursi con "Dovunque andrai sarò lì": questa formula pronunciata dalla sposa significava appunto la sottomissione alla potestas matrimoniale del marito, con rinuncia al dominio del padre. Solo successivamente si è affermato l'uso della dote, con il quale il padre della sposa forniva al futuro genero un patrimonio per assicurare il mantenimento della figlia in epoca di matrimonio.

Molte altre tradizioni risalenti al matrimonio romano si sono conservate per diventare costumi usuali in occasione di questo evento: se si fa eccezione per il consueto scambio delle fedi, che risale agli Egizi, è nell'Antica Roma che si consolida il gesto di porre l'anello, di ferro o d'oro, al dito del consorte per sigillare l'unione. Anche il velo della sposa nasce dai costumi latini: questo perché solitamente i due sposi non si conoscevano prima delle nozze, le quali erano per lo più organizzate dalle rispettive famiglie per interessi politici o economici. Per questo motivo, era usanza che la sposa si nascondesse fino al termine della cerimonia, onde evitare possibili ripensamenti da parte dello sposo per il suo aspetto non proprio gradevole!
Invece, il termine "luna di miele", che oggi viene indicato per descrivere il viaggio di nozze che si avvia dopo la celebrazione del matrimonio, in epoca romana stava ad indicare, forse più romanticamente, le prime fasi di dolcezza della coppia, per i quali vigeva l'usanza di mangiare del miele al termine della cerimonia e per la durata di una luna (circa un mese).

Buona parte di questi riti è ovviamente sopravvissuta fino ai giorni nostri e caratterizza la maggior parte delle tradizioni laziali per il matrimonio; sulle usanze legate alla celebrazione, però, sono intervenute nel corso dei secoli anche le prescrizioni legate alla cultura cattolica, come anche tradizioni popolari che valgono in alcune aree piuttosto che in altre. Ad esempio, a Grottaferrata è ambientata la leggenda secondo cui, prima della festa del Corpus Domini, il futuro sposo deposita dei fiori davanti alla casa della fidanzata: questi saranno occasione di un dispetto, se tra i due innamorati non c'è un buon rapporto, e il fascio sarà costituito di ortiche, malva e altre erbacce. Invece, a Gaeta, nel Medioevo è invalsa l'usanza per cui durante la celebrazione del matrimonio gli sposi dovevano assistere alla messa coperti da un velo sorretto da quattro uomini, genitori o testimoni, a testimonianza del reciproco pudore che entrambi devono conservare durante il matrimonio: questo rito è ancora praticabile, su preferenza della coppia, durante la celebrazione della messa ambrosiana. Un'altra usanza locale è quella di Vallecorsa, in provincia di Frosinone, dove il giovedì precedente il matrimonio tutto il paese viene coinvolto nella preparazione delle sciambelle: si tratta di dolci tipici che vengono imbustati e gettati dalle finestre il giorno del matrimonio al passaggio degli sposi.

Tra le usanze più goliardiche e recenti c'è il taglio della cravatta dello sposo: dopo aver fatto a pezzi questo accessorio, i brandelli vengono venduti agli invitati con un'asta e alla fine della celebrazione il guadagno viene donato agli sposi come regalo di nozze.
Molte altre tradizioni del matrimonio nel Lazio sono state ispirate a quelle della vicina Campania: ad esempio, negli anni si è diffusa l'usanza di fare una serenata da parte del futuro sposo, insieme ad amici e parenti, sotto la casa della sposa.
Come da tradizione, la sposa, durante la canzone o la declamazione, dovrà mostrare di gradire l'omaggio affacciandosi alla finestra, per poi scendere a salutare il fidanzato e gli amici e parenti intervenuti. 
LeValentine

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