Quale musica durante e dopo la cerimonia?
La scelta della colonna sonora del matrimonio: suggerimenti utili perché la musica sia davvero un piacevole intrattenimento
Che matrimonio sarebbe senza musica? Ogni cerimonia ha il suo accompagnamento. Una funzione civile è molto diversa da una religiosa, di conseguenza cambia il tipo di musica.Se il rito in Chiesa prevede almeno una decina di canzoni, quello civile è molto più sobrio e semplice, ma non per questo deve risultare freddo. La musica, generalmente non un elemento portante del rito civile, può aiutare a rendere il matrimonio speciale ed emozionante. In base ai gusti e alla sensibilità è possibile scegliere tra pianisti, violinisti, arpisti, trio o quartetto d’archi, flauto, chitarra, gruppi (jazz, poco, rock) e ovviamente cantanti. I momenti da sottolineare sono essenzialmente quattro: ingresso dello sposo e degli invitati, ingresso della sposa, firme e uscita.
La musica in Chiesa deve risultare elegante: una vibrante voce soprano può intonare l'Ave Maria di Schubert, un violino può accompagnare lo scambio delle fedi, l'organista fa risuonare toccanti note nuziali. La musica classica è senza dubbio la più adatta per il rito in Chiesa. Le coppie più anticonformiste possono azzardare una divagazione sulla musica leggera. Alcuni brani moderni che potrebbero andare bene per l’inizio della cerimonia sono: Le Onde di Ludovico Einaudi, Secret Love di Giovanni Allevi, La Vita è belladi Nicola Piovani, Comptine d'un Autre Été di Yann Tiersen. Sul classico vanno benissimo Largo di Georg Friedrich Händel e Aria sulla IV Corda di Johann Sebastian Bach.
Il momento dell’ingresso della sposa è uno dei più importanti e carichi di pathos di tutta la cerimonia e la musica di accompagnamento riveste un ruolo fondamentale. A meno di necessità particolari e personali, il consiglio è di restare sul classico. Queste, quindi, alcune possibilità: La Marcia Nuziale di Wagner; La Marcia Nuziale di Mendelssohn; La Primavera di Antonio Vivaldi; Aria, quinto movimento della Prima Suite in Fa maggiore di Georg Friedrich Händel.
Andando verso la conclusione del matrimonio si può azzardare un tocco personale e più moderno. Oltre i classici brani strumentali come il Canone di Pachelbel, La Cantata 147 di Bach o l’Ave Verum Corpus di Mozart, è il momento ideale per eseguire la canzone d’amore degli sposi e quindi via libera alla fantasia da A te di Jovanotti a Ti sposerò perché di Ramazzotti, da La Cura di Battiato a L’emozione non ha voce di Celentano, fino alle straniere One degli U2, Your Song di Elton John, Everything I do I do it for you di Brian Adams.
Se la musica durante la cerimonia è bene o male una cosa abbastanza semplice, per il dopo cerimonia si apre un vero e proprio dibattito. C’è chi consiglia la filodiffusione durante la cena e la musica da ballo dopo. Ma tutto dipende dal tipo di invitati e di situazione, non mancano al giorno d’oggi i matrimoni dove si balla e ci si diverte anche durante il pranzo. Ma non deve essere un obbligo per il timore che la cena diventi noiosa, altrimenti si ottiene l’effetto contrario. Se gli sposi preferiscono che gli invitati a tavola parlino, va benissimo la musica prima e dopo il banchetto. Mentre si mangia si può tenere un accompagnamento soft, intervallato da qualche ballo tra i primi e i secondi oppure tra i secondi e la torta.
In ogni caso il consiglio è scegliere liberamente a proprio gusto secondo il luogo e gli invitati, senza farsi condizionare troppo dagli altri, compresi quei ristoranti che a volte tendono a metter un po’ troppo bocca in scelte che devono essere esclusivamente degli sposi.
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