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Le tradizioni del matrimonio in Friuli Venezia Giulia

Le tradizioni del matrimonio in Friuli Venezia Giulia

Dal romanticismo italiano al folclore celtico

Oggi vogliamo proporvi un piccolo viaggio nella "terra dei contrasti", nonché splendida regione italiana del Friuli-Venezia Giulia, nota per la sua incredibile varietà di paesaggi e panorami da togliere il fiato, da accontentare proprio tutti i suoi visitatori: dagli amanti delle bianche montagne ai romantici in cerca di spiagge dorate. Non è possibile non innamorarsi di questa terra ricca di storia e bellezze naturali, ed è proprio dei suoi "innamorati" che stiamo per parlarvi. Proprio così, perché …quando l’amore arriva si ha il forte di desiderio di coronare in due un sogno bellissimo e iniziare a condividere un percorso insieme, partendo dal matrimonio.

Semplice o in grande stile, in montagna o sulla spiaggia, in ristoranti di lusso o in agriturismi … non importa dove o come! La bellissima terra friuliana lascia ampio spazio alla fantasia dei novelli sposi. Tuttavia, non transige sulle sue più antiche tradizioni.

Fra queste non possiamo assolutamente non menzionare in primis il celebre taglio del tronco d’albero. Come tradizione vuole, la coppia appena formatasi, dopo la cerimonia, dovrà tagliare un tronco d’albero usando la sega doppia dei boscaioli. Questo non perché agli sposi serva la legna per riscaldare il loro nido d’amore, ma come simbolo della reciproca collaborazioneche serve tra marito e moglie per affrontare le difficoltà matrimoniali che la vita gli porrà lungo il loro cammino. Le coppie più fortunate riescono a tagliare completamente il pezzo di legno, e si spera che usino la stessa forza e tenacia mentre si preparano verso la loro vita insieme.

Questa usanza deve le sue origini alla cultura montanara, ed è proprio tra le montagne alpine, ricoperte di candidi fiocchi di neve, che molti sposi decidono di celebrare il loro giorno più bello nel bel mezzo di un’atmosfera invernale, scaldata comunque da forti emozioni.

A proposito di emozioni, gli sposi friulani, soprattutto quelli residenti in Carnia, ne provano davvero molte, quando la loro amata subisce un rapimento … il fatidico "ratto della sposa"! A organizzare il furto è spesso il testimone di nozze, il quale, dopo aver prelevato la sposa, ne approfitta per fare un giro assieme a lei in città lasciando in sospeso vari conti, tra bar e osterie, che lo sfortunato sposo dovrà saldare, mentre sarà anche impegnato a rincorrere la moglie per riaverla il prima possibile (non soltanto perché non può vivere lontano da lei, ma anche per non esaurire tutti i suoi risparmi, già prosciugati dopo la proposta di matrimonio).

Le risorse del povero novello marito sono costrette ad esaurirsi ulteriormente quando i testimoni gli si avvicineranno minacciosamente con una forbice per effettuare il classico taglio della cravatta, riducendola in tanti piccoli pezzettini. I pezzi verranno poi offerti agli invitati dietro pagamento di una somma, con la quale lo sposo proverà a saldare il conto del ristorante.

Triste a dirsi, una tradizione davvero originale di questa regione è caduta ormai in disuso, ma vogliamo raccontarvela perché è davvero ricca di fascino.

La storia friulana vuole che fra le sue più antiche tradizioni matrimoniali ci fosse il cosiddetto matrimonio celtico. Celebre a San Daniele del Friuli, in provincia di Udine, fino a pochi anni fa veniva perpetuato dalle coppie un rituale celtico, con precise e ferree indicazioni.

Innanzitutto, i promessi sposi, a sette giorni dalle loro nozze, dovevano effettuare una serie di atti di purificazioni con i quattro elementi della terra. Nel tanto atteso giorno del matrimonio, la celebrazione doveva svolgersi in una foresta o vicino a un corso d’acqua. La sposa (non spaventatevi!) doveva raggiungere il proprio sposo coperta da un cappuccio nero, dopodiché la coppia doveva scegliere una pietra, la quale veniva sottoposta a una purificazione.

Il rito non finisce qua, in quanto gli sposi dovevano intrecciare insieme una corda bianca e rossa, bevendo in seguito dallo stesso calice l’idromele. Il fuoco è sinonimo di passione, ed ecco perchè bisognava accenderne uno ed alimentarlo, come simbolo dell’amore della nuova coppia. Dopo lo scambio della fede, iniziava il ricevimento, dove col sottofondo di un'arpa celtica, venivano eseguite curiose danze circolari.

Che dire? E' vero che le tradizioni vanno rispettate, ma forse non tutte sono del tutto comode e pratiche. Ecco perché gli sposi del Friuli non si attengono più alle regole del matrimonio celtico, ma in rispetto ad esso, ne ricordano l’importanza usandolo come tema nel loro tableau o nei segnaposti destinati agli invitati.

Vi è piaciuto questo tuffo nelle dolci acque della tradizione dei matrimoni friulani? Se la risposta è affermativa, non perdete altro tempo e iniziate ad organizzare il giorno più bello della vostra vita nelle splendide location del Friuli!

Ovviamente, in assenza di un fidanzato/a vi invitiamo a regalarvi una bella vacanza in questa terra e ... che l'amore possa raggiungervi!


LeValentine

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