Chiesa di S.Maria delle Moie

P. S. Maria 6 - Maiolati Spontini Vedi la mappa

Informazioni

XI - XI (fondazione intero bene) Santa Maria delle Moie venne probabilmente fondata all’inizio del secolo XI da componenti o parenti della potente famiglia degli Attoni-Alberici-Gozoni come monastero privato. La chiesa dell’Abbazia benedettina di Santa Maria deriva architettonicamente da quella non lontana di S. Vittore alle Chiuse: presenta aspetto basilicale, ma a pianta centrale. XIII - XIII (origine posizione topografica) L’odierna chiesa parrocchiale di Santa Maria delle Moie è situata sulla riva sinistra dell’Esino. Nel 1219 l’Abbazia viene chiamata Molie S. Mariae plani: questo primo nome tramandato si mantiene con pochi cambiamenti fino al secolo XIV ed allude alle "Molie", l’antica zona paludosa, che si estendeva lungo l’Esino ancora all'inizio del secolo XIII: da qui è nata l’odierna forma Moie. 1295 - 1295 (ampliamento intero bene) Nei secoli XI e XII l’abbazia ricevette significative donazioni: così secondo il catasto fatto fare dal Vescovo Leonardo da Jesi nel 1295 possedeva terreni per una superficie di circa 165 ettari e quattro mulini vicini al convento. Aveva ruolo e funzione di parrocchia. 1305 - 1305 (danneggiamento intero bene) Durante la guerra tra Jesi e la ghibellina Fabriano, ebbero luogo nel 1305 sanguinose battaglie nel corso delle quali venne distrutto il Castello delle Moie e, forse, venne danneggiato anche il monastero di Santa Maria delle Moie. I Monaci vi restarono fino al 1456, quando l’Abbazia passò sotto il Capitolo della Cattedrale di Jesi. 1524 - 1524 (restauro intero bene) La chiesa venne restaurata nel 1524 dal canonico Girolamo I, sindaco del capitolo dei canonici di Jesi: ne è testimonianza l’epigrafe posta sopra l’arco di ingresso della chiesa. Girolamo I realizzò il progetto di restauro voluto da suo zio, il Vescovo Tommaso Ghislieri, che però morì nel 1505 prima di vederlo cominciare. Benchè la chiesa attuale sia cambiata, è riconoscibile però il suo aspetto cinquecentesco: in quest’epoca venne rinnovata soltanto la parte superiore del corpo occidentale, per la cui trasformazione vennero usate alcune vecchie mura. Nella parte rimanente della chiesa non venne cambiato nulla. Nell'angolo nord-occidentale della facciata sono riconoscibili direttamente sotto il tetto alcuni archi murati, tre a nord e uno all'angolo nord del lato occidentale. L’accurata lavorazione delle aperture a pieno sesto con mattoni murati a raggio, così come la loro disposizione delle parti del canto del muro fanno pensare ad una loggia. 1527 - 1527 (ampliamento intero bene) Nel 1527 sopra l’atrio della chiesa venne costruita una casa ad uso abitazione del sacerdote che ha completamente coperto la facciata. 1600 - 1600 (erezione a parrocchia intero bene) Il 1 gennaio del 1600 il Vescovo Marco Agrippa Dandini (1599/1603) elevò a parrocchia la Chiesa di Santa Maria delle Moie, decretando definitivamente la fine dell’abbazia benedettina. La chiesa venne dotata di fonte battesimale. 1721 - 1721 (ammodernamento intero bene) Nel 1721 iniziano i primi lavori per modernizzare la Chiesa di Santa Maria delle Moie nel gusto barocco. In quest’anno si fonde una nuova campana che si appende nel campaniletto. 1741 - 1788 (restauro interno e muri perimetrali) I primi restauri conosciuti della chiesa risalgono al secolo XVIII. Già nel 1741 la chiesa presentava alcuni danni, e nel 1752 vi era un pericolo di crollo delle volte. Il Vescovo Fonseca di Jesi, in occasione di una visita pastorale nel 1755, propose quindi la riparazione delle volte e del campanile poiché, soprattutto intorno all’altare maggiore, vi erano pericoli di crolli. L’abside orientale centrale venne sostituita da un muro dritto con un modesto portale barocco. Davanti al portale centrale ora murato si trovava l’altare maggiore. Le navate laterali furono munite di grandi finestre. La chiusura della loggia offrì alla canonica una stanza in più, ma privò l’edificio di un dettaglio interessante. All’interno le stanze vennero divise in modo diverso, e ciò ebbe per conseguenza la costruzione di altre finestre. Si aggiunse anche una scala come ulteriore ingresso all’abitazione nella parte sud. 1833 - 1833 (rinvenimento portale) L’avvio alla ricostruzione della chiesa e ai successivi restauri, lo dette Bevilacqua nel 1833 dopo che ebbe scoperto sotto l’intonaco il portale principale romanico della chiesa. 1919 - 1924 (restauro intero bene) Grazie al solerte interessamento del Parroco di allora, Don Egidio Lorenzetti, importanti restauri sono stati condotti dal 1919 al 1924 ed hanno consentito di riottenere l’aspetto antico della chiesa a livello planimetrico. Soltanto la stanza quadrata nella parte sud della chiesa, che oggi è utilizzata come sagrestia, non era presente nel Medioevo. Per prima cosa venne ricostruito l’esterno, dove si integrarono le decorazioni mancanti. Alle quattro grandi finestre barocche delle navate laterali, così come ai diversi portali, vennero date forme romaniche. Sopra le fondamenta riportate alla luce venne ricostruita l’abside principale in pietre squadrate di arenaria. In tutto l’interno venne tolto l’intonaco e le mura, comprese le volte, nuovamente stuccate. Il pavimento fu abbassato di cm 60 fino al livello originale, sul quale vennero alla luce le basi dei pilastri. Nell’abside principale venne costruito un nuovo altare con tabernacolo. 1988 - 1993 (consolidamento esterno) Tra il 1988 e il 1993 sono stati rinnovati i tetti della chiesa e sono state consolidate le finestre della facciata utilizzando però mattoni moderni e distruggendo purtroppo reperti architettonici. 1997 - 1997 (danneggiamento intero bene) Il terremoto che interessò l’ Umbria e le Marche nei mesi di settembre e ottobre 1997, purtroppo causò danni anche all’Abbazia di S. Maria delle Moie. I danni più consistenti si verificarono sul corpo occidentale mentre fortunatamente furono modesti quelli all’interno della chiesa. Gli interventi previsti già dall’anno successivo furono di due tipi: il primo di miglioramento antisismico, inserendo dei tiranti tra il primo e il secondo solaio del corpo occidentale e nella torre campanaria; il secondo di riparazione dei danni. L’immobile presentava infatti lesioni in alcune murature e volte; esse sarebbero state sigillate con scaglie di pietra ed idonea malta rispondente a quella originale. Contestualmente furono previsti l’idrolavaggio delle pareti e del soffitto dell’Abbazia nonché l’adeguamento dell’impianto elettrico alla normativa. 2003 - 2004 (consolidamento e ristrutturazione intero bene) Il 25 Giugno 2001 si sviluppò un incendio sul retro dell’altare posto nell’abside di sinistra rispetto all’ingresso. La causa fu probabilmente un corto circuito nel cavo elettrico di alimentazione di una piccola lampada alogena che illuminava la statua del Sacro Cuore. I danni maggiori furono la parziale compromissione dell’impianto elettrico e l’annerimento delle navate, delle absidi e dei soffitti a volta. I lavori quindi previsti a seguito del terremoto del 1997 erano quindi urgentissimi: iniziarono il 20 gennaio 2003 e terminarono addirittura l’anno dopo. Il progetto di ripristino, consolidamento e miglioramento sismico dell’abbazia era già stato redatto dall'ingegnere Marco Borocci di Jesi, che ne seguì anche i lavori. Grazie all’impegno di molti parrocchiani, ma soprattutto alla tenacia del parroco Don Gianni Giuliani, il 21 Marzo 2004 ci fu l’inaugurazione dei restauri della Chiesa. 2006 - 2006 (manutenzione straordinaria copertura ed interni) Lo Studio di architettura "Battistelli-Roccheggiani" di Ancona eseguì il monitoraggio di alcune lesioni visibili internamente all’edificio, nella copertura a volta della navata centrale, ricorrendo all’uso di biffe o strumenti simili in grado di verificare se dette lesioni fossero ancora attive o se fossero in una condizione statica. Ipotesi di stuccatura con adeguate malte a base di calce che riprendano i cromatismi delle stuccature esistenti. Verificarono inoltre in copertura, esternamente all’edificio, sia della navata centrale che delle navate laterali, la presenza o meno di una guaina impermeabilizzante al di sotto del manto di copertura in coppo. Previdero l'inserimento della guaina previo smantellamento e ricollocamento della copertura. I lavori furono eseguiti dall' Impresa Edile “Giuliani Oliviero Secondo” di Serra San Quirico.

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