Chiesa di S.Giacomo Maggiore Apostolo

V. della Canonica, 1 - Licciana Nardi Vedi la mappa

Informazioni

la chiesa di San Giacomo Apostolo di Licciana Nardi, situata al capo orientale del borgo, allineata con la dimora fortificata dei marchesi, si configura come una sorta di bastione murario, aperto soltanto in corrispondenza delle due arcate, a sesto ribassato, del fabbricato del ponte, realizzato per consentire il collegamento privato con il castello del quale fu, in un certo senso, cappella palatina. La ristrutturò integralmente il marchese Jacopo III Malaspina nell'ambito di quel processo di trasformazione della fortificazione medievale che, nella prima metà del secolo XVII, aveva iniziato il marchese Opizzo II. La chiesa rivolge la facciata verso l'asse principale del borgo, preceduta da un sagrato lastricato in macigno. Il fronte tripartito con timpano centrale ed ali di raccordo è commisurato da una robusta trabeazione sostenuta da paraste con facce laterali diagonali. Il portale in arenaria è sormontato da timpano triangolare aperto, contenente il cartiglio con l'iscrizione che ricorda la fine dei lavori, ed è sovrastato dalla nicchia con calotta a valva di conchiglia destinata ad ospitare la statua di San Giacomo in veste di pellegrino. Nel timpano della finestra dell'ordine superiore campeggia invece lo stemma marchionale in marmo con gli attributi imperiali. Il ponte che conduceva i marchesi dal palazzo direttamente all'interno della chiesa s'innesta nella campata sinistra dell'ordine inferiore della facciata. L'interno ampio e luminoso è a pianta centrale con cupola semiellittica intradossata, tamburo cilindrico impostato su quattro pennacchi semisferici, raccordati con le volte a botte lunettate che ricoprono i quattro bracci della croce greca dell'impianto. Il presbitero rettilineo, raddoppiato di una campata, con l'altare di gusto lugure, molto rimaneggiato, è dominato dall'ancora marmorea quattrocentesca contenuta all'interno di un'ampia cornice che, per forma e dimensione non era destinata a contenerla. La dedicazione del pregevole manufatto ai santi Rocco e Sebastiano fa pensare che fosse collocata altrove, probabilmente nell'oratorio di San Rocco, situato nel cimitero, da alcuni ritenuto l'antica chiesa di Licciana. Gli elementi del polittico furono adattati alla nuova situazione ed approssimativamente ricollocati. Le cromie pastello dell'interno amalgamano, se così si può dire, il contrasto tra i progetti decorativi che interessarono l'aula liturgica, soprattutto quelli del secolo XX, dove accanto agli ornati che accomunano molte chiese lunigianesi figurano anche maioliche decorate prodotte da maestranze locali all'inizio del secondo dopoguerra Facciata la facciata della chiesa di Licciana Nardi presenta una pagina tripartita con i moduli corrispondenti alla scansione interna degli spazi. Quello centrale più ampio dei laterali allinea lungo l'asse il portale in arenaria, sormontato da un timpano triangolare aperto contenente il cartiglio con l a data di completamento dell'edificio, una nicchia in arenaria destinata ad ospitare l'immagine del patrono, la grande finestra dalla cornice toscana con spigoli di rinforzo sormontata da un timpano ricurvo aperto, contenente lo stemma marchionale, ed infine il timpano, piuttosto accentuato con oculo circolare, fiancheggiato da due esili cuspidi piramidali in pietra coronate da una sfera. Robuste lesene dai fianchi angolati sostengono la trabeazione ben proporzionata che suddivide i due ordini del il prospetto: quello inferiore si apre con tre portali gerarchizzati rispetto a quello centrale includendo, da sinistra, nel disegno generale della facciata, il volume del ponte a due arcate che collega il castello con la chiesa. Ciò permetteva ai marchesi di assistere privatamente alle sacre liturgie dal palco situato sopra l'ingresso, poi utilizzato come cantoria. Il ponte non interrompe né il ritmo delle lesene e neppure l'articolazione dell'ordine superiore, caratterizzato dalle due ali angolate di raccordo appoggiate al sottostante parapetto, ornato con statue in corrispondenza del pilastro che lo delimita dall'esterno Impianto strutturale l'impianto strutturale è generato da una pianta quadrata, a croce greca, con estensione del braccio centrale in corrispondenza del presbiterio. Quattro moduli angolari, sempre quadrati, coperti da volta a vela si contrappongono alle forze della volta a botte lunettata, a tutto sesto, che ricopriva i bracci della croce, dato che quelle di destra e di sinistra sono state sostituite da una soletta in calcestruzzo, dopo il terremoto del 1920. L'intersezione geometrica tra le due strutture voltate anima quattro pennacchi semisferici di raccordo sui quali s'imposta il tamburo cilindrico della cupola ellissoidale, protetta all'esterno da un tiburio ottagonale coperto a spicchi di padiglione, coordinato con la forma della slanciata lanterna. La volta a botte lunettata dell'asse principale della chiesa si prolunga nel presbiterio, è irrigidita da un'arcata trasversale con funzione di arco trionfale al di sotto della quale si allinea l'altare Pianta la geometria regolare dell'aula esalta particolarmente lo spazio centrale, i bracci regolari della croce, illuminati dalle ampie finestre, collocate nella lunetta di tamponamento, lo amplificano in senso orizzontale, mentre la cupola lo dilata verticalmente. Sui bracci laterali si collocano due altari a parete: quello di destra è impreziosito dalla trabeazione lignea sostenuta da colonne tortili. Il profondo presbiterio è dominato dalla cornice settecentesca, fiancheggiata da due finestre con vetri policromi del secolo XX, dove è stata trasferita l'ancona marmorea quattrocentesca, probabilmente già sistemata nell'oratorio di San Rocco. Al di sotto si dispongono gli scanni del coro ligneo e l'altare, interamente ricostruito nel 1946 con elementi di recupero, inseriti nel recente adeguamento liturgico che ha coordinato in un unico disegno anche le due cappelle laterali, originariamente autonome. La cantoria, sostenuta da un'arcata a sesto ribassato, si addossa alla controfacciata, un tempo palco d'onore dei Malaspina che vi accedevano da una porticina laterale, poi cantoria ed oggi fonte sonora dell'organo, collocato nella cappella a destra dell'altare maggiore. Sul pilastro sinistro più vicino al presbiterio, affacciato sulla parte centrale dell'aula, si trova ancora il pulpito in marmi policromi che serviva per commentare la Parola di Dio all'assemblea disposta al centro dell'aula Presbiterio il presbiterio è stato ristrutturato nel 2004/05 per ampliarne la superficie ed integrare i livelli diversi delle due cappelle laterali; erano occupati dalle predelle dei due altari di Sant'Antonio e di San Giuseppe con i dossali ricostruiti in maiolica. Senza mutare la posizione dell'altare maggiore è stato ampliato il piano del presbiterio, estendendone la quota in modo da includere anche le cappelle laterali e formare un unico livello. La nuova mensa è stata spostata più avanti, verso l'assemblea, estendendo a penisola il primo gradino dell'altare ricostruito nel 1946 Struttura la struttura dell'edificio è in muratura portante in pietrame sbozzato murato a calce ricoperto da intonaco. La riparazione di danni sismici ha comportato un certo adeguamento strutturale denunciato dai due solai che hanno sostituito le volte dei bracci laterali della croce Coperture la copertura dell'edificio, composto da un' articolato sistema di volumi, è prevalentemente a capanna con testate di padiglione, o a semplici falde inclinate Pavimenti e pavimentazioni il pavimento dell'aula è composto da lastre quadrate in marmo bianco e bardiglio disposto a losanga su linee parallele. Il pavimento del presbiterio originario e' stato mantenuto con la ristrutturazione per l'adeguamento liturgico mentre nelle cappelle lateli e' stato messo in opera un nuovo pavimento in marmo bianco e bardiglio montato a dama diagonale Elementi decorativi l'apparato decorativo dell'aula presenta un triplice aspetto frutto degli interventi dovuti anche agli eventi traumatici che hanno progressivamente corrotto l'originario aspetto del tempio palatino di Jacopo III Malaspina. Gli interventi settecenteschi compaiono ancora nella cornice a stucco del presbiterio nei capitelli compositi della proporzionata trabeazione dal fregio ornato, in seguito, con motivi fitomorfici, come in altre chiese della media Lunigiana. A questa decorazione si affianca quella a disegno geometrico e floreale, a disegno minuto, ascrivibile ai ripristini successivi al sisma del 1920 che richiama a quella dell'abside di Crespiano. Di altra mano sono i dipinti della cupola e dei pennacchi ed ancora successive, le maioliche realizzate intorno al 1960, da produttori che cercavano di rilanciare l'industria della ceramica ornamentale in Luigiana. La chiesa di Licciana, ne conserva un campionario piuttosto esteso che comprende sia rifacimenti di altari con temi derivati dal barocchetto pontremolese, sia elementi floreali a rilievo applicati nelle specchiature dei pilastri dell'aula Elementi lignei gli elementi di pregio sono il coro ligneo settecentesco e l'altare laterale situato nel braccio destro dell'aula liturgica Torre campanaria o campanile il campanile è una torre a base quadrata addossata al complesso absidale dove si trovano la casa canonica ed i vani annessi al servizio parrocchiale. La cella campanaria composta da quattro fornici a tutto sesto ricavati nella specchiatura della parete è sormontata da una lanterna ottagonale trabeata con cuspide terminale

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V. della Canonica, 1 - Licciana Nardi (MS)

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