Chiesa della Natività  di Maria

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Informazioni

VIII - X (fondazione intero bene) Pieve ab immemorabili, la fondazione della chiesa della Natività di Maria a Borgo Valsugana, riconducibile all'opera di evangelizzazione veneta condotta sotto la diocesi di Feltre (cui la pieve appartenne fino al 1786), può essere collocata entro il primo millennio (VIII secolo?). 1323 - 1323 (menzione carattere generale) La prima menzione della pieve risale al 1323. 1450/07/28 - 1460 (restauro intero bene) Una pergamena conservata presso l'archivio comunale di Borgo documenta che nel 1450 la pieve mariana di Borgo versava in uno stato di massimo deperimento e abbisognava di riparazioni. Non essendoci fondi sufficienti a finanziare il restauro, per incentivare la prestazione di manodopera a titolo gratuito il 28 luglio dello stesso anno il vicario generale di Feltre pubblicò un breve con il quale si concedevano 160 giorni di indulgenza a tutti coloro i quali avessero contribuito all'urgente riparazione della pieve. Tali lavori possono ritenersi compiuti entro il 1460. 1518 - 1518 (riedificazione intero bene) La chiesa fu riedificata su iniziativa della comunità di Borgo nel 1518. 1554 - 1557 (ampliamento intero bene) Un ampliamento approvato dal vescovo di Feltre è documentato tra il 1554 e il 1557. 1585/09/19 - 1585/09/19 (descrizione intero bene) Una precisa descrizione dell'edificio si riscontra nella relazione della visita pastorale compiuta dal vescovo di Feltre Giacomo Rovellio il 19 settembre 1585. Il tempio aveva una lunghezza di 35 passi e un'ampiezza di 17, aveva tre accessi e recava una finestra circolare in facciata (forse un rosone). La navata presentava un soffitto ligneo mentre il presbiterio, rialzato su due gradini, aveva una volta in muratura. Il pavimento era in cemento e le pareti, parzialmente dipinte, erano imbiancate (per la descrizione completa si veda Costa, 1989, pp. 116-117). 1593/05/17 - 1593/05/17 (consacrazione carattere generale) In seguito al verificarsi di un fatto di sangue all'interno del tempio, la chiesa fu riconsacrata dal vescovo feltrino Giacomo Rovellio il 17 maggio 1593. 1595 - 1596 (costruzione volta navata) Su iniziativa del Comune di Borgo tra il 1595 il 1596 venne realizzata la volta della navata. 1612/05/12 - 1612/05/12 (menzione organo) Gli atti della visita pastorale del 19 maggio 1612 citano la presenza in chiesa di un organo. 1628/09/26 - 1628/09/26 (erezione a chiesa arcipretale carattere generale) Il 26 settembre 1628 il vescovo di Feltre Giovanni Paolo Savio (1628-1639) pubblicò il decreto con il quale alla pieve di Borgo Valsugana veniva riconosciuto il titolo di chiesa arcipretale. 1678/07/10 - 1678/07/10 (traslazione reliquie di San Prospero carattere generale) Il 10 luglio 1678 furono solennemente traslate in Borgo le reliquie di San Prospero che erano state estratte dalla catacomba di Priscilla a Roma per ordine di Clemente X nel 1671 e donate alla madre Camilla Veronica Vaccari monaca di Todi. Quest'ultima, su raccomandazione di padre Serafico Fiorentini dal Borgo, le donò al conte Carlo Vincenzo Giovanelli giurisdicente di Telvana nel 1677, il quale a sua volta ne fece dono alla comunità di Borgo Valsugana (atto del 16 ottobre 1677). 1684 - 1685 (restauro intero bene) Tra il 1684 e il 1685 furono condotti degli imprecisati lavori di restauro. 1698 - 1727 (riedificazione intero bene) Nel 1698 furono avviati i lavori di ampliamento e riedificazione in forme barocche dell'edificio, che furono condotti da maestranze comacine dirette da Bernardo Pasquello. Il cantiere, interrotto dalla guerra di successione spagnola e da ulteriori ignoti impedimenti, proseguì fino al 1727. 1726/05/11 - 1726/05/11 (consacrazione intero bene) L'edificio della nuova pieve fu consacrato dal vescovo di Feltre Pier Maria Trevisano l'11 maggio 1726. 1729 - 1729 (tinteggiatura intero bene) Nel 1729 è documentata la tinteggiatura dell'edificio. 1741 - 1747 (fase preliminare costruzione campanile nuovo) Completata la riedificazione della chiesa nel 1741 fu stabilito di costruire un nuovo campanile secondo un progetto elaborato da Antonio Poletti di Feltre. I lavori non furono avviati subito: nel 1744 fu formalizzato un contratto con il capomastro Francesco Antonio Pasquelli, incaricato di sovrintendere alla fabbrica, ma lo scavo per le fondamenta cominciò solo nel maggio del 1747. Ben presto l'impresa dovette arrestarsi a causa della particolare conformazione geologica del sito, da alcuni ritenuta inadatta a garantire la stabilità della nuova torre. Nell'impossibilità di proseguire con il cantiere furono interpellati come periti Francesco Misconel di Cavalese e Mattia Gallo, ma anche Giordano Riccati di Castelfranco Veneto, il quale si espresse a favore di un ulteriore consolidamento della zona. 1748 - 1748/06/23 (nuovo progetto campanile nuovo) Risolta la questione del consolidamento del terreno furono finalmente gettate le fondamenta, operazione alla quale fu chiamato a sovrintendere Francesco Misconel di Cavalese (autunno 1747). Nella primavera del 1748, al momento di avviare la costruzione vera e propria del campanile emersero, però, nuove perplessità circa la bontà del progetto di Antonio Poletti, che per questo fu sottoposto al giudizio del marchese Poleni di Padova, architetto, il quale rigettò il disegno e consigliò la fabbriceria di rivolgersi al veneziano Tommaso Temanza. Questi presentò al Consiglio Comunale di Borgo un progetto che ottenne il consenso generale della commissione e fu approvato in data 23 giugno 1748. 1748 - 1759/01/26 (costruzione campanile nuovo) Il cantiere poté finalmente essere avviato nel luglio del 1748 con la benedizione della prima pietra da parte dell'arciprete Ceschi e i lavori proseguirono con continuità fino all'ottobre seguente, quando venne a mancare capomastro Girolamo Pernice, incaricato di sovrintendere alla fabbrica, poi sostituito dal socio Stefano Paina. Nello stesso periodo il Temanza aveva fatto avere alla fabbriceria un modello in scala della torre da costruire. Il cantiere rimase aperto per una decina d'anni e solo nel settembre del 1758 l'opera fu portata a compimento fino al cornicione sovrastante la cella campanaria. Rimase allora incompiuta la copertura. Le campane del vecchio campanile vi furono traslate tra il 25 e il 26 gennaio 1759. 1754 - 1754 (ampliamento sacrestia) Nel 1754 fu ampliata la sacrestia. 1755 - 1755 (tinteggiatura intero bene) La chiesa fu nuovamente tinteggiata internamente nel 1755. 1760 - 1760 (demolizione campanile vecchio) Il vecchio campanile, che si trovava a destra della navata, fu demolito nel 1760. 1766 - 1766 (riparazione campanile) Nel 1766 venne rifatto il castello delle campane, opera per la quale fu interpellato un anonimo maestro brissinese. 1774 - 1774 (installazione orologio campanile) L'orologio a quattro mostre del campanile venne installato dall'orologiaio Domenico Mezzanotte nel 1774. 1786/04/16 - 1786/04/16 (cambio giurisdizione carattere generale) Il territorio della pieve di Borgo Valsugana rimase soggetto alla diocesi di Feltre fino al 16 aprile 1786, quando fu accorpato a quella di Trento. 1786 - 1786 (perdita titolo di arcipretale carattere generale) Con il passaggio alla diocesi di Trento (1786) la pieve di Borgo non si vide riconosciuto il titolo di chiesa arcipretale conferitole dal vescovo di Feltre nel 1628. 1805 - 1806 (restauro intero bene) Tra il 1805 e il 1806 furono restaurati gli stucchi della navata e del presbiterio (lavoro eseguito da Tommaso Cipolla) e fu eseguita una nuova tinteggiatura. 1815 - 1816 (costruzione cupolino campanile) Nel 1813 la fabbriceria accolse la proposta dell'ingegnere Pietro Bellinsegna di fornire il campanile di una copertura definitiva. Al progetto del Bellinsegna fu comunque preferito quello dell'ingegner Giovanni Antonio Bassi di Trento, fratello dell'allora borgomastro. L'opera fu realizzata tra l'agosto del 1815 e la fine del 1816. 1832 - 1832 (messa in opera facciata) Nel 1832 la pieve di Borgo ottenne in dono dal vescovo di Trento Francesco Saverio Luschin le membrature lapidee che componevano la facciata della soppressa chiesa trentina del Carmine, opera dell'architetto e scultore Francesco Oradini. Dopo lo smontaggio (1823) le pietre erano state depositate nel cortile del Seminario dove furono messe al riparo dalle insistenti richieste del Magistrato consolare cittadino, che ne rivendicava il diritto d'uso a favore della municipalità trentina. Finalmente nel 1832 se ne decise la nuova destinazione. Il progetto per l'adattamento alla nuova sede fu curato dall'ingegnere Domenico Lachmann, che seguì anche la riparazione o la sostituzione delle parti danneggiate nel corso dello smontaggio. Il lavoro di messa in opera della facciata, costato quasi 4000 fiorini abusivi, comportò la realizzazione ex-novo della zoccolatura su cui poggiano le paraste, della trabeazione del secondo ordine e di alcuni capitelli delle paraste. 1857 - 1863 (costruzione cupola) Tra il 1857 e il 1858 l'architetto feltrino Giuseppe Segusini elaborò un progetto di riqualificazione della pieve, basato da un lato sull'innalzamento della quota della volta della navata tramite la realizzazione di un attico oltre il livello del cornicione marcapiano, intervento atto a conferire maggiore ariosità all'edificio, e dall'altro sulla costruzione di una cupola entro tamburo in corrispondenza del presbiterio. Il progetto scatenò un acceso dibattito tra favorevoli e contrari alla demolizione delle volte che si protrasse per alcuni anni, finché, a causa dei costi eccessivi preventivati da Segusini, la fabbriceria decise di limitare l'intervento alla sola costruzione della cupola. Questa fu realizzata tra il 1861 e il 1863 sotto la direzione dell'ingegnere locale Rella, che apportò alcune modifiche al progetto originale di Segusini. 1861 - 1863 (rimaneggiamento intero bene) Contestualmente alla costruzione della cupola del presbiterio (1861-1863) furono condotti alcuni lavori di rimaneggiamento dell'interno, riguardanti in particolare il restauro degli stucchi, la messa a piombo delle murature interne, il rinnovo della cantoria, la decorazione a finto marmo delle paraste e la costruzione di due nicchie per ospitare il fonte battesimale e la scala d'accesso alla cantoria. Quest'ultimo intervento in particolare determinò una modifica del disegno della facciata che fu allargata con la costruzione di due ali cieche corrispondenti ai suddetti corpi di fabbrica. 1878/09/24 - 1878/09/24 (ripristino titolo di arcipretale carattere generale) La pieve ottenne la riconferma del titolo di chiesa arcipretale da papa Leone XIII il 24 settembre 1878. 1903 - 1903 (installazione impianto elettrico intero bene) Il primo impianto di illuminazione elettrica della chiesa fu installato nel 1903. Il Comune di Borgo sottoscrisse allora un accordo con la fabbriceria impegnandosi a fornire gratuitamente l'energia elettrica necessaria all'illuminazione della chiesa. 1903 - 1903 (decorazione volte) Nel 1903 venne eseguita la decorazione delle volte. Il pittore Sigismondo Nardi si occupò della parte pittorica, mentre l'apparato stucchivo fu commissionato al maestro di disegno Caminoli. 1907 - 1907 (rifacimento pavimentazione intero bene) Nel 1907 il pavimento in calce e sabbia della pieve fu levato e sostituito con tavolette di marmo di Carrara bianche e azzurre. il lavoro, costato quasi 7200 corone, fu commissionato al laboratorio di marmi Gelsomino Scanagatta di Rovereto. 1919 - 1922 (restauro intero bene) Tra il 1919 e il 1920 furono svolti lavori di restauro necessari a riparare i danni provocati dalla prima guerra mondiale. Nel 1922 il bolognese Antonio Mosca restaurò i dipinti del Nardi. 1924 - 1924/05/11 (rifacimento pavimentazione presbiterio) La pavimentazione del presbiterio fu sostituito nel 1924. L'inaugurazione ebbe luogo con una breve cerimonia l'11 maggio dello stesso anno. 1938 - 1938 (installazione impianto audio intero bene) Il primo impianto di diffusione sonora fu installato nel 1938. 1957 - 1957 (installazione impianto di riscaldamento intero bene) Nel 1957 venne installato in chiesa il primo impianto di riscaldamento ad aria. 1967 - 1967 (adeguamento liturgico presbiterio) Un primo intervento di adeguamento liturgico fu provvisoriamente attuato nel 1967 con l'introduzione di una mensa al popolo appositamente acquistata dal laboratorio di mobili d'arte Adriano Dionisi e posizionata su una predella in legno costruita oltre la balaustra come prolungamento del presbiterio verso la navata. 1971 - 1973 (restauro volte) L'edificio fu restaurato tra il 1972 e il 1973. L'intervento riguardò il risanamento del tetto della chiesa (sostituzione delle tegole rotte e dei canali di gronda) e il rifacimento in lamiera zincata della copertura della sacrestia. All'interno fu condotta una radicale pulizia delle volte (intonaci, stucchi e affreschi) che comportò la parziale cancellazione della decorazione del Nardi del 1903. 1976/05/06 - 1976/05/06 (danneggiamento facciata) Il terremoto del 6 maggio 1976 causò il crollo della croce apicale e di uno dei vasi acroteriali della facciata.

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