Chiesa dei S.Cornelio e Cipriano

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Informazioni

la pieve dei SS. Cornelio e Cipriano di Codiponte si pone all’incrocio di due itinerari: il primo conduceva in Garfagnana, attraverso la foce dei Carpinelli, ed è tutt’ora attivo nella strada di fondovalle che corre a nord della chiesa; il secondo, probabilmente più antico e più importante del primo, giustifica il toponimo "capite pontis", ossia l’attraversamento dell’Aulella secondo le direttrici NO/SE provenienti dalle Alpi Apuane e condotte, utilizzando i passi occidentali della conca di Pontremoli, verso il territorio Veliate e piacentino. L’importanza del nodo territoriale è confermata anche dai ritrovamenti archeologici. La chiesa insiste su un insediamento della Prima età del ferro (VII-V sec. d.C.), abbandonato all’inizio della Seconda, probabilmente all’epoca delle prime invasioni celtiche. Il sito fu nuovamente occupato in età imperiale tra il I ed il IV sec. d.C.. Molto labili sembrano le tracce di frequentazione tra il V e l’VIII secolo quando la chiesa compare in una carta lucchese del 738. La pieve, documentata nella Bolla di Eugenio III del 1148 come appartenente alla Diocesi di Luni, è situata lungo la strada di fondovalle destro dell’Aulella, poco distante dal ponte in pietra a tre arcate a dorso piano, molto rimaneggiato nel secolo XVII, ma di fondazione medievale, diretto all’abitato di Codiponte. All’edificio si affianca, a sud ovest, un insieme di costruzioni che comprende la base di una casa a torre, con piano terreno accessibile soltanto dall’interno e munito di feritoie, primo piano con finestre ad arco segmentario riconducibile al secolo XIV o precedente. Alla casa fortificata si addossarono, in seguito, gli edifici della casa canonica, per tecnica muraria e tipo di portale, databili al secolo XVI. Dal lato sud si affiancavano la sacrestia vecchia ed un altro edificio medievale, privo di copertura, rinforzato con robusti contrafforti. La facciata a salienti con un portale in arenaria tardo-barocco, proveniente, secondo una tradizione orale, dal vicino convento delle Clarisse, è caratterizzata da una bifora sormontata da una finestrella cruciforme e da due contrafforti angolati, probabili resti dell’antico portico e corrispondenti alle testate delle arcate interne. L’impianto della pieve di tipo basilicale, a tre navate rivolte ad oriente, sembra risalire al secolo XII come attestano sia l’abside maggiore che i capitelli scolpiti con figure ed ornati attinti da un repertorio formale dell’Alto Medioevo. Alla chiesa precedente fa pensare il battistero ad immersione rinvenuto durante gli scavi del 1962, collocato al fondo della navata destra dove si trovano anche i resti della vecchia torre campanaria, forse parte di una precedente fortificazione. Coinvolta nell’evento franoso che, nel secolo XIV, distrusse l’abitato posto a nord della chiesa, l’edificio fu ristrutturato in molte sue parti: fu abbattuta la torre campanaria, ricostruita soltanto nel secolo XVIII, fu demolito il fonte battesimale in muratura, sostituito con quello di pietra ancora oggi visibile, non fu ricostruita fino ai recenti restauri l’abside della navata laterale sinistra. L’immagine attuale dell’edificio è frutto, inoltre, di rifacimenti eseguiti: dopo il terremoto del 1834 quando fu eseguito un progetto di restauro per ricondurla alle forme originali; tra il 1910 ed il 1913; dopo il terremoto del 1920 quando, tra l’altro, fu sostituito l’altare maggiore. Dopo gli scavi archeologici del 1969 ed il restauro da parte della Soprintendenza di Pisa fu ricostruita l’abside mancante, fu abbassato il pavimento e lasciato in vista il battistero ad immersione con i resti della torre campanaria antica. Il campanile attuale, alto e slanciato con due celle sovrapposte aperte da quattro fornici e coperto a padiglione si colloca ad oriente della navata sinistra Preesistenze la chiesa dei santi Cornelio e Cipriano di Codiponte insiste sul sedime di insediamenti corrispondenti a fasi precedenti legate all’utilizzo discontinuo del fondovalle. Gli scavi archeologici hanno rilevato uno strato più superficiale di epoca compresa tra V e VIII secolo d. C., quando la chiesa compare già nelle fonti scritte. Sotto un potente strato di argilla è emerso quindi un acciottolato con frammenti ceramici ascrivibili ad un periodo compreso tra il I ed il IV sec. d. C. forse collegati ad una zona stradale con abitazioni. Sotto un altro suolo alluvionale, quasi sterile, è stato individuato un battuto con resti di pasto, frammenti di orci riconducibili alla prima età del ferro, ed in particolare compresi tra il VII-V sec. a. C. Nel settore interno alla chiesa è stata rilevata una base di capanna con frammenti di un bucchero di provenienza etrusca. L’insediamento ligure-apuano sembra scomparire al sopraggiungere della seconda età del ferro Facciata la facciata della Pieve di Codiponte è quattro spioventi con campanile situato in corrispondenza della seconda abside sullo spigolo nord-esd del presbiterio. La pagina centrale a capanna, delimitata da due contrafforti corrispondenti alla posizione dei colonnati interni, è ornata una bifora sormontata da una finestrella cruciforme. Il prospetto preceduto da un lastrico in pietra più alto di tre gradini rispetto al piano interno dell’aula è probabilmente l’esito del movimento franoso che nel secolo XIV interessò il fabbricato ed il circostante abitato. Il livello del sagrato scende mediante una gradinata, ricavata all’interno di un antico edificio comunicante con la chiesa a parte del complesso fortificato della pieve abside l’abside centrale presenta nonostante alcuni rifacimenti caratteri architettonici riconducibili alla prima metà del secolo XII nella scansione delle lesene, negli archetti pensili costruiti con più elementi, nelle monofore a doppio strombo con piedritti realizzati da manufatti eterogenei e la parte superiore in un solo blocco. La copertura a forma tronco-conica originariamente in lastre di pietra è stata realizzata in rame durante gli ultimi restauri. L’abside minore è stata ricostruita durante gli ultimi restauri Fronte meridionale il fronte meridionale del complesso plebano è affacciato sui pianori adiacenti l’Aulella, di fronte all’antico abitato di Codiponte, situato sulla sponda opposta. La pieve si colloca all’estremità orientale di un complesso insediato che si chiudeva con l’antica torre abbattuta e che dal lato occidentale presenta ancora i caratteri della fortificazione. L’elemento più interessante, riportato completamente alla luce negli ultimi scavi, è il portale laterale della pieve, quello che affacciava nell’area cimiteriale ancora riconoscibile presso l’attuale campanile. Il manufatto riconducibile alla ristrutturazione trecentesca dell’impianto plebano presenta un architrave ornato con tre testine stilizzate chiuse all’interno di un piano ogivale fiancheggiato da margherite a sei petali simili a quelle dei capitelli interni. Anche le mensole che lo sostengono presentano una decorazione simile tutta da interpretare sotto il profilo simbolico. L’architrave è alleggerito da un arco in arenaria a tutto sesto, fregiato da una croce a due traverse con terminali trilobati, con la copertina di protezione ancora in posto Impianto strutturale l’impianto strutturale è generato da una pianta sub-quadrata, leggermente irregolare, ripartita in tre navate che suddividono lo spazio interno. Le navate sono separate da due serie di pilastri cilindrici, scanditi da quattro arcate a tutto sesto, al di sopra delle quali si impostano le aperture del claristorio. Sulle pareti laterali appoggiano i quattro spioventi della copertura sostenuti da capriate lignee a vista Pianta l’aula configura un ampio spazio regolare ad impianto basilicale, con due navate absidate, ripartite da colonnati a tutto sesto scanditi in quattro campate, sostenute da pilastri cilindrici in pietra, appoggiati su basi modanate e sormontati da capitelli scolpiti a spigolo scantonato. A destra dell’ingresso si trova il fonte battesimale tardo-medievale dal catino scavato in un blocco di macigno ornato con la croce ed appoggiato su un basamento modanato. Fu realizzato dopo il secolo XIV, quando l’edificio fu ampliato ma sostituì quello più antico, ad immersione, di cui sono stati consolidati i resti, appoggiati sul pavimento originario, di fronte alla base della torre campanaria più antica Presbiterio il presbiterio, sopraelevato di un gradino rispetto all’aula, è occupato dalla mensa in pietra sostenuta da una base in muratura. L’emiciclo absidale aperto con tre monofore a tutto sesto dalla doppia strombatura, privato dell’intonaco durante i restauri novecenteschi, mostra l’antica tessitura in pietra fino all’imposta del catino ancora intonacato Struttura la struttura dell’edificio prevalentemente riconducibile, secondo alcuni studiosi, a modelli trecenteschi è in muratura portante con manufatti misti, prevalentemente arenacei, con inserimenti calcarei, ben allettati e squadrati, sia all’esterno del fabbricato che all’interno. A Codiponte, a differenza di altri casi dove la dimensione del manufatto litico presenta una minore disparità tra le basi geometriche della superficie, il paramento esterno è tendenzialmente composto di elementi dove, invece, questa differenza dimensionale, è piuttosto sensibile. Ciò conferisce all’architettura dell’edificio quel particolare carattere ”listato” generato dalla sovrapposizione di filari piuttosto contenuti nell’altezza, anche nel cantonale dove non sempre è rispettata regola dello sdoppiamento del filare, presente soltanto nei casi permessi dall’altezza della testata d’angolo Coperture la copertura è a quattro spioventi sostenuti da capriate lignee, con manto in coppi ed embrici, posti in opera per sostituire l’originaria copertura in lastre di pietra meglio chiamate «piagne». Le absidi sono coperte in rame in sostituzione delle tegole alla marsigliese Pavimenti e pavimentazioni il pavimento dell’aula è in elementi di cotto posto a correre senza disegno ed è stato eseguito dopo i restauri del 1969-72. Ha ricoperto quello trecentesco, in lastre di arenaria, venuto alla luce dopo la rimozione del pavimento ottocentesco esistente prima dei restauri Elementi decorativi l’apparato decorativo più rilevante della chiesa consiste nei capitelli dei colonnati, sei cubici con quattro facciate scolpite più quattro nelle semicolonne della controfacciata e del presbiterio. Nel 1951 la loro datazione fu collocata dal Formentini tra l’VIII ed il IX secolo, mentre nel 1972 Maria Clotilde Magni la riportò al pieno periodo romanico, ossia intorno alla metà del secolo XII, tesi che trova concorde la maggior parte studiosi. Il maestro o le maestranze di Codiponte utilizzarono il repertorio decorativo altomedievale, adattandolo allo schema fissato dalla geometria cubica che contiene il capitello. Raccordarono alla colonna, mediante un collarino a torciglione, il volume gradualmente scantonato agli spigoli del solido originario, leggibile nelle dimensioni del robusto abaco, ornato con rosette a sei petali contenute all’interno di un bordo circolare, cerchi concentrici accostati o alternati con rosette, intrecci viminei d’ispirazione altomedievale. La scantonatura è decorata con testine antropomorfe, simili a quelle apotropaiche spesso collocate sulle facciate delle case rurali della Lunigiana. Si dispongono sulla concavità degli spigoli, generata da una sorta di foglia stilizzata, delimitata da scanalature curvilinee con andamento diagonale contrapposto. Essa definisce, a sua volta, la pagina trapezoidale delle facce del capitello che possono contenere piccole figure simboliche stilizzate, animali, piante elementi vegetali. I temi rappresentati: la sirena bicaudata, l’animale rampante, l’orante-telamone, il marzo suonatore di corno, l’uomo itifallico, l’atleta, presenti in un areale molto vasto richiamano motivi diffusi anche ambito toscano. L’insieme dei manufatti rivela una notevole unità stilistica basata principalmente, sulla reiterazione degli elementi ornamentali e sulla stilizzazione delle forme, molto astratta e lineare se paragonata, ad esempio, ai capitelli di San Paolo a Vendaso dove sembra predominare la linearità ondulata dell’elemento vegetale che avvolge le figure Elementi lignei la copertura lignea dell’aula costituita da capriate con doppia catena dipinte fin dall’epoca medievale. Furono restaurate, dopo il terremoto del 1920, assumendo l’attuale fisionomia ed anche se hanno perduto parte della loro freschezza, almeno secondo il Formentini che aveva visto l’originale, e sono state integrate con elementi novecenteschi, restano pur sempre, per la Lunigiana, un raro esempio Torre campanaria o campanile una torre campanaria antica si trovava sul lato meridionale della chiesa ed è stata rinvenuta durante la campagna di scavo del 1969, era stata demolita prima del secolo XIV quando furono eseguiti i lavori di ristrutturazione dell’edificio. Una nuova torre fu ricostruita soltanto nel 1778 sul lato opposto in corrispondenza della seconda abside. Si tratta di un volume, a base quadrata, in realizzato in pietra, ripartito da cornici marcapiano in quattro volumi sovrapposti di altezza crescente a partire dal terzo. Quello inferiore è continuo mentre gli altri, dagli angoli scantonati, sono alleggeriti da targature rettangolari piuttosto allungate per non indebolire le testate angolari della torre. Sempre partendo dal terzo ordine le targature si aprono con finestre a tutto sesto che nella cella campanaria si fanno più alte e slanciate. La cuspide piramidale ribassata, coperta in tegole, che chiude la torre è sostenuta da una fascia di coronamento ornata con oculi ellittici

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