Cattedrale di S.Stefano Protomartire

V. Roma, 58 - Concordia Sagittaria Vedi la mappa

Informazioni

L’attuale Cattedrale risale alla metà del X secolo ma soltanto nel 1466 dopo diversi rimaneggiamenti e modifiche ha assunto l’aspetto odierno con la struttura a tre navate. La facciata tripartita si presenta con un paramento murario con mattoni a vista ed è coronata da un motivo centrale curvilineo: al centro il portale è sormontato dalla statua di Santo Stefano, posta sopra un cuneo di pietra recante l’iscrizione "Stefanus vidit caelos apertos", al di sopra della quale si apre un rosone circolare; mentre ai lati della porta d’ingresso, in corrispondenza delle due navate laterali, vi è una monofora a tutto sesto. La chiesa presenta una struttura basilicale con pianta a croce latina le cui tre navate sono separate da due fila di archi a sesto acuto, o ogivali, poggianti su pilastri quadrangolari con semicolonne; è dotata di transetto e di un abside poligonale. I lavori di rifacimento e ampliamento hanno portato sul finire del XII secolo alla costruzione delle navate laterali, verso la fine dell’800 all’innalzamento del presbiterio con l’aggiunta dell’abside ricostruita in stile neogotico e con annesso abbattimento della cupola che li sovrastava, all’ampliamento della Cappella dei Martiri e alla demolizione della sacrestia a sud sostituita con quella a nord. Gli ultimi interventi, che risalgono ai primi anni del ‘900, portarono all’allungamento dell’edificio di una campata e alla fedele ricostruzione della precedente facciata rinascimentale. La copertura è a capriate lignee nelle navate; nella zona absidale è a volta a crociera con costoloni. La cappella dei SS. Martiri è in stile gotico con quattro aperture ogivali e volta a botte; questo sistema di copertura è presente nelle prime campate delle navate laterali. La cappella dei SS. Martiri venne ampliata agli inizi del Novecento per volere dell’allora parroco Celso Costantini. Impianto strutturale struttura basilicale con pianta a croce latina caratterizzata da tre navate, transetto e abside poligonale. Coperture la copertura è a capriate lignee nelle navate; nella zona absidale è a volta a crociera con costoloni. La cappella dei SS. Martiri è a volta a botte. Pianta struttura basilicale con pianta a croce latina Struttura tre navate separate da due file di archi a sesto acuto, o ogivali, poggianti su pilastri quadrangolari con semicolonne. Transetto e di un abside poligonale Elementi decorativi la facciata tripartita si presenta con un paramento murario con mattoni a vista ed è coronata da un motivo centrale curvilineo: al centro il portale è sormontato dalla statua di Santo Stefano, posta sopra un cuneo di pietra recante l’iscrizione Stefanus vidit caelos apertos, al di sopra della quale si apre un rosone circolare; mentre ai lati della porta d’ingresso, in corrispondenza delle due navate laterali, vi è una monofora a tutto sesto Preesistenze la Trichora Martyrium è l’edificio più antico, fatto risalire alla metà del IV secolo ed edificato, si pensa, per contenere i sacri resti dei primi martiri concordiesi delle persecuzioni di Diocleziano come testimonia il sepulcretum a forma di croce al suo interno; presenta tre absidi internamente semicircolari, alquanto profonde, e in origine tutte semipoligonali all’esterno. Successivamente la trichora venne allungata con la costruzione di un’aula a tre navate con un atrio porticato antistante. Posteriori o coevi alla trichora sono i recinti sepolcrali, nove per ciascuna area che a sinistra mantengono la stessa profondità mentre a destra si dispongono “a trifoglio” accogliendo sarcofagi. L’istituzione dell’episcopato portò alla costruzione della prima Cattedrale, nota come Basilica Apostolorum, sul finire del IV secolo d.C.: la pianta rettangolare con il portico dotato di nartece più lungo della fronte della basilica, il mosaico pavimentale e la zona presbiteriale con fossa per le reliquie sono gli aspetti più significativi. Consacrata da San Cromazio, vescovo di Aquileia, circa nel 389 d. C. venne distrutta da un incendio durante l’invasione unna del 452 e dopo esser stata ricostruita venne sommersa dalla grande alluvione del 589, della quale parla Paolo Diacono nella sua Historia Langobardorum. Pavimenti e pavimentazioni nella basilica antica il pavimento è decorato con mosaici riportati alla luce durante le diverse campagne archeologiche. Fondazioni la Cattedrale originariamente poggiava allora come oggi su fondazioni continue in corrispondenza delle murature perimetrali e su plinti in corrispondenza delle colonne della navata. Negli anni ’60 la Soprintendenza, per riportare alla luce i resti della Basilica sottostante, ha dapprima realizzato dei pali del tipo a conci in corrispondenza delle colonne della navata. Successivamente ha scavato e svuotato per circa 3 metri il terreno in corrispondenza delle 3 navate portando alla luce i resti. Pertanto ora il pavimento della Cattedrale in corrispondenza delle navate è un vero e proprio solaio.

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