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Cristina Paesani - Fotografo per cerimonie

Cristina Paesani - Fotografo per cerimonie

Come scegliere il fotografo che immortalerà per sempre il tuo giorno più bello? Te lo spiega una professionista del settore...

Cristina Paesani è una fotografa di Viterbo (il suo studio fotografico, Soggetti e Visioni, si trova in Via San Faustino, 16) specializzata in matrimoni. Da anni percorre l’Italia da nord a sud per immortalare con i suoi scatti unici matrimoni civili, religiosi, cerimonie tradizionali e cerimonie ‘alternative’.
Conosciamola meglio attraverso questa intervista.

Cristina, qual è il tuo background professionale?

La mia è una passione che coltivo fin da piccola, ho tanti bei ricordi di un’infanzia passata in camera oscura insieme a mio padre, che mi ha trasmesso questa passione. Ho iniziato a fotografare seriamente verso la fine degli anni 80 (appena ventenne), la mia prima macchina è stata una Minolta x700 e all’epoca fotografavo quasi esclusivamente in bianco e nero, seguendo personalmente l’intero processo, dallo scatto alla stampa. Da lì in poi il mio percorso di fotografa è fatto di tanto studio e attenzione a ogni novità del settore. Oggi lavoro con una Nikon D700 e una Nikon D4s corredate da ottiche professionali di alto livello. Nelle situazioni in cui è richiesta un’attenzione maggiore alla discrezione, utilizzo anche una Fuji x-e2.

Hai dei fotografi di riferimento, dei modelli a cui ti ispiri?

Cerco di trarre ispirazione da tutti quelli che sento affini alla mia sensibilità, non ho un modello unico al quale mi ispiro. Ho dei fotografi che amo particolarmente, questo sì. Attualmente, su tutti, Giuseppe Tangorra, un fotografo pugliese che fa reportage molto toccanti in tutto il mondo.

Quali sono gli elementi che trovi più interessanti o più emozionanti dei soggetti e dei momenti che fotografi?

Amo molto i ritratti, entrare nello sguardo del soggetto. Amo fotografare i bambini con i quali riesco ad avere una certa sintonia. I momenti più emozionanti sono sicuramente quelli legati a matrimonio. Il matrimonio è un contesto che offre spunti emotivi di grande intensità ed è esattamente quello che cerco. Ogni protagonista di quel giorno, ogni persona coinvolta in qualche modo riesce a trasmettere emozioni e quello che desidero  fare è proprio coglierne le sfumature.

Qual è il tipo di matrimonio che ti diverte di più fotografare?

Mi sono divertita molto ad un matrimonio in cui quasi tutti gli invitati erano brasiliani. Un’atmosfera di grande gioia e divertimento. Avrei voluto non finisse mai…

Che tipo di rapporto instauri solitamente con gli sposi?
 
Quasi sempre un rapporto di grande intesa e intimità. Mi piace entrare in sintonia con la coppia, cercare di interpretare i loro desideri, capire i loro sogni, i loro interessi e soprattutto cosa si aspettano dal fotografo. Per me è fondamentale per lavorare al meglio. Gli sposi non sono modelli professionisti e se non si instaura un rapporto di fiducia e condivisione difficilmente credo si riesca a portare a casa un buon lavoro. Del resto il fotografo rimane con gli sposi tutto il giorno e li seguirà anche dopo, nella composizione dell’album. Generalmente la sintonia di cui parlo riesce ad instaurarsi già al primo incontro. Se nasce la scintilla, fotografo e sposi si sono già scelti. E nella scelta c’è sempre reciprocità.

Come ti prepari normalmente per ogni matrimonio? Quanti appuntamenti fissi con i futuri sposi prima del giorno fatidico?

L’unica cosa che non preparo è la tipologia di scatti da fare. Mi lascio guidare dal momento, dall’ispirazione che nasce quel giorno e che è influenzata da moltissimi fattori, in gran parte emotivi. Tecnicamente faccio una o due visite alle location in cui si svolgeranno cerimonia e ricevimento. Non c’è un numero predefinito di incontri con gli sposi, dipende da molti fattori, come ad esempio se sono sposi del luogo o se risiedono più lontano o addirittura all’estero. Raramente comunque si fanno meno di due incontri dopo quello conoscitivo. Solo una volta mi è capitato di conoscere una coppia la mattina stessa del matrimonio. Tornavo di notte da Milano e il matrimonio era alle 9,30 a Viterbo. Dopo 5 minuti è stato come se ci fossimo conosciuti da sempre.
Con molti sposi prima del matrimonio faccio un incontro durante il quale eseguo anche degli scatti che poi gli regalo. E’ quello che, in termini altisonanti, si chiama servizio prematrimoniale e che io considero semplicemente come qualche ora passata in piacevole compagnia a conoscersi un po’ e a fare qualche foto che per loro rimarrà un bel ricordo. 

Una volta realizzato il servizio quali criteri segui per la composizione dell’album?

A parte rari casi in cui gli sposi mi danno carta bianca sulla scelta delle foto e sulla composizione, l’album viene costruito insieme alla coppia. Faccio una prima bozza che faccio visionare ed eventualmente, insieme, si stabiliscono correzioni o modifiche. In ogni caso mi piacciono le composizioni molto semplici e lineari, senza fronzoli o “effetti speciali”. La fotografia deve avere il maggior risalto possibile.

Quali sono, secondo te, i requisiti essenziali che dovrebbe avere un buon fotografo per matrimoni?

Un’ottima gestione degli imprevisti, la capacità di correggere il tiro in pochi secondi se qualcosa non va secondo le previsioni e soprattutto il saper trovare un ottimo equilibrio fra partecipazione emotiva (fondamentale per ottenere immagini significative) e il necessario distacco da situazioni che, essendo dominate dal fermento collettivo, potrebbero degenerare e compromettere il risultato finale.

Quali aspetti consiglieresti di valutare ad una coppia di sposi nella scelta del fotografo?

Credo che debbano lasciarsi guidare dall’istinto che in genere fornisce ottime risposte. In base alla mia esperienza posso dire che il più delle volte gli sposi scelgono il fotografo sulla base delle emozioni che le sue immagini suscitano in loro, ma anche per le sensazioni che questo riesce a trasmettere durante il primo incontro. Per questo è essenziale per gli sposi accertarsi che il fotografo con cui parlano sarà esattamente quello che si occuperà del servizio del loro matrimonio. E non è sempre scontato.

Un’ultima domanda, Cristina: come vedi il futuro della tua professione?

Cercare di vederne il futuro lo considero un limite. Preferisco guardare il presente, viverlo fino in fondo sfruttandone tutte le potenzialità e cercando di migliorarmi sempre attraverso la formazione e lo studio.

LeValentine